martedì 7 ottobre 2008

Una giornata storica

Mi sveglio di soprassalto alle 5 e mezza di mattina, con la sveglia che mi ricorda che questa non è una mattina come le altre. No, infatti un'ora dopo, assieme a Gianni Rolando (che nonostante la febbre non si è mai mosso dal gazebo!) , Fiorenzo, Nora Rodriguez ed altri amici (chiedo scusa se non cito tutti, ma i miei vivi ringraziamenti non escludono nessuno) avrei dovuto montare il gazebo di Via Colombo, Villaggio del Sole. Arrivo dopo essermi perso più volte (la lucidità, alle 6 di mattina, non è una mia caratteristica). Loro sono tutti puntuali, il gazebo è già montato. Mi vergogno un pò, chiedo scusa e mi presento a tutti (anzi, a dire il vero è Gianni che mi presenta a tutti...). Dovevo essere il primo ad arrivare (in fin dei conti ero Pesidente di seggio...), invece così non è stato. Ma nessuno me l'ha fatto pesare. Ci mettiamo subito al lavoro, alle 8 è tutto pronto. Puntuale arriva una signora, orgogliosa di essere la prima elettrice: le consegno la scheda, le prendo il documento e copio i dati necessari, firma il modulo e saluta tutti ringraziandoci. Già mezz'ora dopo io ero distrutto. Dal freddo. Infatti alle 9 vado un attimo al bar di fronte, cioccolata calda, cioccolatini, brioche alla crema e thè caldo, pronti per ricominciare. Alle 10 hanno già votato più di 100 persone, alle 11 i voti sono già il doppio, "che meraviglia!" pensiamo. Dal resto della città le notizie sono ottime, il consigliere Zanetti, anch'egli Presidente di seggio mi aggiorna entusiasta sull'ottima affluenza nel suo quartiere, Gianni Rolando, sempre al telefono in costante contatto con gli altri seggi, ha l'aria soddisfatta. Volevano umiliarci, ma la città ha risposto alla grande. I voti si moltiplicano nelle ore delle messe più affollate, gli anziani che vengono a votare sono decine e decine ("è per mia figlia, per mia nipote, per la mia città", "io voto lega, sono vicentina purosangue e Vicenza è mia, non di Bush"), ancora non si vedono i giovani, che sarebbero andati a votare nel tardo pomeriggio. A mezzogiorno siamo tutti raggianti, già 500 voti, "a sera supereremo i mille"! I giovani del presidio ci portano la pasta, buonissima, gli scrutatori del mio seggio continuano ad aumentare, arrivano Sara, Mauro, Eleonora, Beatrice, Andrea, Luciano. Gli elettori continuano a venire, una signora lascia 40 euro nel barattolo delle offerte, tra gli applausi dei presenti. Alle 13 mi fanno notare che sul Corriere del Veneto c'è una mia dichiarazione all'interno di un articolo, nel quale il giornalista mi attribuisce al gruppo consiliare del Pd. Risate e arrabbiature. Nel tavolo dietro al gazebo si contano e ricontano i votanti, si controlla che non ci siano doppi voti, si cerca di stabilire con certezza il numero dei votanti. Arriviamo a 1000 voti alle 19, e si fa festa, la millesima elettrice si commuove. Dopo dieci minuti arriva la retromarcia: "Abbiamo sbagliato, siamo ancora 980!". Un quarto d'ora dopo si festeggia una nuova millesima elettrice, prima di scoprire che, ancora una volta, ci eravamo sbagliati. Non siamo mai riusciti ad identificare il millesimo elettore, ma alla fine abbiamo festeggiato lo stesso. Alle 20 mi chiama Radio Sherwood che mi chiede una breve intervista, poi mi chiama un'altra radio a me sconosciuta per chiedermi una dichiarazione sul mio seggio. Noi siamo sopra ai mille elettori, attorno al 33% degli aventi diritto al voto, una cosa incredibile. Alle 20,30 i giovani del presidio ci portano le pizze, sulle quali ci avventiamo tutti. Arrivano gli ultimi elettori, siamo quasi 1050. Chiudiamo i seggi ma le persone continuano ad arrivare, e per correttezza verso le regole stabilite per il voto facciamo notare che non possono votare, il tempo è scaduto. "Ma almeno è andata bene?" "Sì, siamo soddisfatti". Contiamo i soldi (quasi mille euro), le schede, notiamo con soddisfazione che ci sono dei no (quasi il 4%), troviamo con sorpresa delle nulle ( un cuore disegnato vicino a una croce, una croce sul NO con vicino scritto "Sì"...), la percentuale dei votanti nel nostro seggio è di poco superiore al 33%. Siamo contentissimi, uno dei seggi più forti della città (apparte il mitico seggio di Laghetto, 48%). Ore 22, firmo il verbale (Achille poi si complimenterà per l'egregio verbale del nostro seggio), e si parte per Piazza Castello, saluto tutti e li ringrazio di cuore per l'aiuto, la passione, la forza. Piazza Castello è piena, fatico a portare il verbale al centro. In piazza ci sono tutti, i miei ex compagni dei Giovani Comunisti, gli amici dell'Arci, i miei vvecchi compagni di scuola, tutti i consiglieri di maggioranza, gli assessori, Achille. Verso mezzanotte vengono diffusi i risultati, più di ventiquattro mila votanti, 95% di sì. "E' vero, sono il 28% dei votanti, ma chi riuscirebbe a portare altrettanti elettori a votare a favore della base in un seggio per strada con un'organizzazione di soli 3 giorni? Contano le facce, non i silenzi assensi di certa gente" annuncia il sindaco. Cresce l'entusiasmo, Achille continua "Abbiamo votato al freddo, per strada nei gazebo. E' stata una vergogna, ma questo è il tipo di consultazione a cui lo Stato ci ha costretti". "E' una giornata straordinaria" continua a ripetere il sindaco, e in fondo lo pensiamo tutti. E' incredibile vedere un signore di 104 anni scendere in strada per votare. E' straordinario. "Abbiamo dato una lezione di democrazia ai tanti sordi di Roma, gli americani non potranno non tenerne conto. Coraggio, non finisce qui". Non finirà qui, lo sappiamo. Vicenza si è espressa. Mi giro verso Mauro gasatissimo, lui lo è più di me. Andiamo a fare i complimenti ad Achille, ci beviamo un bicchier d'acqua, e finalmente torniamo a casa. Dopo ventun ore ai seggi posso dire che ero stanco. Ma soprattutto soddisfatto.