martedì 22 giugno 2010

Chiamatemi compagno.

Compagno. Cum panis. Colui con il quale si spezza il pane. O, come diceva Sartre, "colui con il quale si ha un progetto da realizzare assieme".

Nei Giovani Democratici, c'è chi considera la parola compagno un simbolo di "veteroleninismo". Una parola nostalgica, vecchia. Meglio chiamarsi democratici. Sono in pochi, a dir la verità, ma grazie a questa sparata sono finiti su tutti i giornali.

Io invito questi democratici (se non vogliono essere chiamati compagni, non ho problemi a non farlo, sono loro che vorrebbero impormi di chiamarmi in un altro modo) a pensare a cose più serie ed urgenti. In tempo di crisi, in tempo di governo Berlusconi, in tempo di difficoltà del centro sinistra italiano ed europeo, il nostro partito deve essere pronto a dare risposte politiche ai bisogni dei cittadini, a presentarsi come un'alternativa seria e credibile al centrodestra.
Pensiamo alla politica, non a fluidificare un'identità già poco solida. La parola compagno indica un insieme di valori. L'uguaglianza, la condivisione delle lotte, la pace, il sostegno verso i più deboli, la solidarietà. Valori che devono guidarci, in questo momento, per costruire un futuro di giustizia sociale ed equità. La parola compagno non offende nessuno che condivida questi ideali.

Dopo questa polemica inutile creata da qualche giovane che mi ha messo davvero tristezza, vi chiedo un favore.
Chiamatemi compagno.


P.s. Qui sotto la lettera di Mario Rigoni Stern, del Compagno Rigoni Stern, al congresso dell'Anpi di Mira del 2007. Merita una lettura.

"Cari Compagni, sì, Compagni, perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino “cum panis” che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze.

È molto più bello Compagni che “Camerata” come si nominano coloro che frequentano lo stesso luogo per dormire, e anche di “Commilitone” che sono i compagnid’arme.

Ecco, noi della Resistenza siamo Compagni perché abbiamo sì diviso il pane quando si aveva fame ma anche, insieme, vissuto il pane della libertà che è il più difficile da conquistare e mantenere.

Oggi che, come diceva Primo Levi, abbiamo una casa calda e il ventre sazio, ci sembra di aver risolto il problema dell’esistere e ci sediamo a sonnecchiare davanti alla televisione.

All’erta Compagni! Non è il tempo di riprendere in mano un’arma ma di non disarmare il cervello sì, e l’arma della ragione è più difficile da usare che non la violenza.

Meditiamo su quello che è stato e non lasciamoci lusingare da una civiltà che propone per tutti autoveicoli sempre più belli e ragazze sempre più svestite.

Altri sono i problemi della nostra società: la pace, certo, ma anche un lavoro per tutti, la libertà di accedere allo studio, una vecchiaia serena; non solo egoisticamente per noi, ma anche per tutti i cittadini. Così nei diritti fondamentali della nostra Costituzione nata dalla Resistenza.

Vi giunga il mio saluto, Compagni dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e Resistenza sempre.

Vostro

Mario Rigoni Stern»

lunedì 21 giugno 2010

Dopo un anno...

Cari amici, non entro in questo blog da più di un anno. Nel frattempo sono successe molte cose. Una fra tutte: il lavoro per il progetto del centro giovanile che è stato al centro della nostra ( e della mia) campagna elettorale è cominciato, e in consiglio comunale è stato approvato un ordine del giorno che ho firmato assieme ai consiglieri Pippo Zanetti e Cristina Balbi, che impegna la giunta a cominciare i lavori di ristrutturazione dello stabile che diventerà centro giovanile entro la fine dell'anno. C'è ancora molto lavoro da fare, ma ora abbiamo una solida base su cui poggiare, per costruire quello che diventerà un pilastro fondamentale di questi primi 5 anni di amministrazione.

Permettetemi poi qualche riga sulla mozione approvata a favore del testamento biologico nell'ultimo consiglio comunale. Non è stato, come dice qualcuno, un voto inutile. Il consiglio comunale si è espresso nettamente sul tema, e sono certo che il sindaco prenderà in considerazione la nostra posizione. Tra qualche mese arriverà in consiglio comunale la proposta di istituzione di un registro delle coppie di fatto. A differenza del registro per il testamento biologico, sulle unioni civili il parere tecnico è stato positivo, nonostante gli aspetti burocratici siano molto simili. Stupito, mi chiedo il perché di questa strana cosa.

P.s. Complimenti e in bocca al lupo a Pippo Zanetti, nuovo, giovane, capogruppo di Vicenza Capoluogo!