martedì 13 maggio 2008

Emergenza neofascismo

Nicola Tommasoli è morto. Ucciso da 5 naziskin, per non avere offerto una sigaretta.
5 anni dopo l'uccisione di Davide "Dax" Cesare, morto dopo l'aggressione di due naziskin milanesi e del loro padre, che li copriva armato di spranga.
Oggi scopriamo invece che questi efferati delitti continuano, e che nel cuore del Lazio, precisamente in un liceo di Viterbo, un gruppo di una quindicina di ragazzi ha bruciato i capelli ad un giovane indifeso, dopo avergli cosparso il viso di svastiche e croci celtiche.
Molti mi diranno, "cosa c'entrano questi quattro delinquenti col nazismo e col fascismo"? L'ha detto anche Fini, sono fatti che non hanno valore politico, commessi da delinquenti comuni.
Io invece penso che un valore politico ci sia, e che sia la conseguenza di una equazione semplice: il fascismo è la cultura della violenza. E' per questo che i movimenti neofascisti, Forza Nuova, Fiamma Tricolore raccolgono adepti nelle curve più violente delle tifoserie della penisola, è per questo che sentiamo sempre più spesso parlare di pestaggi neonazisti: pensate sia la prima volta che i naziskin di Verona picchiavano una persona? No, non lo era, un agghiacciante reportage de "La Repubblica" parlava addirittura di 12 pestaggi avvenuti nell'ultimo anno nel capoluogo scaligero. La differenza è che questa volta sono arrivati ad uccidere.
Non stiamo vivendo un nuovo periodo di piombo, assolutamente, però sottovalutare la violenza neofascista è un errore che non possiamo commettere. La prevenzione di queste violenze non può che essere fatta ad opera delle amministrazioni locali e, soprattutto, dalle scuole. Bisogna insegnare agli studenti cos'è stato il fascismo del ventennio, cos'è stato il neofascismo degli anni di piombo, cosa fanno i fascisti oggi. Il rimedio per contrastare la violenza dell'ignoranza deve essere la cultura. Sarkozy (il riferimento europeo di Fini), in Francia, fa leggere all'inizio di ogni anno scolastico, in ogni classe, una lettera che un giovane partigiano inviò alla madre prima di morire, dove quell'eroe diceva di morire contento, per aver lottato fino all'ultimo per la patria e per la libertà, e la invitava a non odiare i propri carnefici, perché sono solo vittime dell'ignoranza, il male più atroce del mondo. Spero che quel ragazzo non sia morto invano.

2 commenti:

Giuseppe Corrado ha detto...

ne ho gia parlato nel post che tu hai letto ma è doveroso ribadire come la penso: l'aggressione non è stata a scopi politici quindi non è del tutto errato dire che non sono altro dei deliqnuenti comuni, la cosa giusta secondo me è giudicarli per quei cialtroni che sono anche se la loro dichiarata appartenenza a specifiche frange li etichetta politicamente in maniera indissolubile! riguarda l'insegnamento nelle scuole, sono d'accordo a fare dei corsi nei quali si spiega il male che hanno portato le ideologie totalitarie... però TUTTE queste ideologie! Informare non vuol dire indottrinare... come dimenticare la quinta elementare dove mi hanno insegnato Bella Ciao (ormai più un inno di partito che un canto di liberazione) e le scuole medie dove la professoressa di lettere non faceva mai mancare le sue opinioni riguardo avvenimenti storici o fatti d'attualità

Anonimo ha detto...

Sinceramente più che emergenza neo fascismo io parlerei di un'emergenza violenza, soprattutto tra i giovani.
Non si ha più cognizione della malvagità e della violenza. Faccio un esempio: uno dei tre ragazzi che hanno ucciso la ragazza sicula di 14 anni dopo aver confessato davanti al GIP ha chiesto di poter andare a casa. Dopo che hai ammazzato una persona, forse incinta?!

Mi pare che la cognizione della gravità dei fatti violenti stia scemando... E la cosa mi preoccupa. Molto.