lunedì 22 novembre 2010

La libertà di scegliere

Ogni tanto torno qui, in questo blog, e mi rimprovero per non scriverci mai nulla. Volevo condividere le mie riflessioni con i miei amici, parlare di valori, di attualità, e delle cose di cui sono più competente ed appassionato. Invece questo blog, nato durante la mia campagna elettorale, è rimasto piuttosto trascurato. Ogni volta mi riprometto di rimediare. Lo faccio anche oggi. Non assicuro nulla, solo che ci proverò.

Oggi vi voglio parlare di una questione che mi sta molto a cuore, per la quale ho dato il mio contributo anche in consiglio comunale, sotto l'attenta guida del mio maestro e compagno Gianni Rolando. Il testamento biologico.
Non mi interessano gli aspetti giuridici. A me stanno a cuore i valori.
Penso che nella vita non esista nulla di più importante della libertà, che per me è anzitutto personale, non economica: siamo padroni della nostra vita e della nostra dignità, fino a quando non arriviamo a limitare la libertà, la vita e la dignità altrui.
Personalmente, fatico a immedesimarmi nelle tragedie di Eluana Englaro, di Piero Welby, e di tanti altri malati in stadio terminale o vegetativo. Non so cosa avrei scelto per me, di sicuro avrei fatto di tutto per impedire ai miei cari una decisione estrema. E' però assolutamente inaccettabile che altri impongano una determinata decisione (e qui vorrei citare Pierluigi Bersani, perché "Come muoio io non possono deciderlo Gasparri o Quagliariello"), nel nome dell'assoluta sacralità della vita naturale.
Ma, mi chiedo io, cosa c'è di naturale nel rimanere in vita solamente grazie all'alimentazione artificiale? Cosa c'è di sacro nel ledere la dignità dell'uomo impedendogli di scegliere come vivere e morire?
A mio avviso, nulla. Non capisco l'arretratezza della chiesa cattolica, il suo rifiuto nel comprendere che non esiste nulla di più sacro della dignità della vita umana. Al contempo, fa piacere leggere come l'Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi nel sinodo di quest'anno abbia deciso di creare registri sul testamento biologico in ogni chiesa.

E' la libertà che rende ciascuno di noi unico. La libertà di dire se vogliamo vivere gli ultimi anni della nostra vita come vegetali, attaccati ad una macchina, o se vogliamo opporci. La libertà di vivere, o di liberarci di mille sofferenze. La libertà. Quella che viene garantita e tutelata con il testamento biologico. La libertà di registrare le nostre volontà. Non è eutanasia, nessuno viene ucciso, come qualcuno attraverso propaganda becera vuol fare credere. E' libertà di scegliere se, in seguito ad un tragico avvenimento, vogliamo "vivere attaccati ad una macchina" o "lasciarci andare". Naturalmente. Perché la macchina, di naturale, non ha nulla.

Post scriptum, lasciatemi dire che non c'è nulla di più offensivo verso la sacralità della vita del dileggio. Perché quando il Presidente del Consiglio Berlusconi, dopo aver incontrato Eluana Englaro, ha affermato che "sarebbe anche in grado di procreare", ha oltraggiato la dignità della vita umana.

sabato 11 settembre 2010

La posizione della Lista Civica Variati Sindaco sull'abbandono del gruppo da parte del consigliere comunale Silvano Sgreva.

LISTA CIVICA VARIATI SINDACO

Vicenza, 10.09.2010

COMUNICATO STAMPA

“L’abbandono della Lista Civica Variati Sindaco da parte del Consigliere Silvano Sgreva”

Il gruppo consiliare della “Lista Civica Variati” ha preso atto della comunicazione del consigliere Silvano Sgreva di iscriversi al gruppo misto del Consiglio Comunale.

La sua autonoma decisione di abbandonare il nostro gruppo consiliare manifesta, di fatto, la sua mancata condivisione e partecipazione alla vita dell’amministrazione comunale vicentina come rappresentante eletto nella e con la lista che sostiene le linee programmatiche assunte con gli elettori dal Sindaco Variati.

In occasione dell’allargamento della maggioranza, che rappresenta un progetto civico innovativo e svincolato dalle antiche logiche dei partiti, il consigliere Sgreva - che aderisce al partito dell’Italia dei Valori - ha manifestato dissensi e posizioni critiche. In realtà, queste ultime affermazioni sono gli esiti finali di un disagio personale e di divergenze politiche rivelatisi già molto prima delle decisione di accogliere nella maggioranza i gruppi dell’UDC e della Lista Civica “Cicero impegno a 360°”.

Il gruppo consiliare della “Lista Civica Variati” ritiene che il consigliere Sgreva avrebbe potuto esercitare, comunque, il diritto di critica e di valutazione rimanendo all’interno del gruppo e portando idee e contributi per la realizzazione del programma amministrativo per lo sviluppo sostenibile del territorio, per la riduzione degli squilibri sociali e per il miglioramento della qualità della vita della città.

Ha preferito, invece, porsi al di fuori della squadra in cui era stato eletto, infrangendo la fedeltà e la coerenza sia verso coloro che l’avevano eletto sia nei confronti del Sindaco, cui la lista fa esplicito riferimento. Se sul piano personale ciò ci amareggia, su quello politico non può che essere un scelta che fermamente censuriamo.

Le sue successive dichiarazioni di sostenere comunque nel “gruppo misto” del Consiglio Comunale la maggioranza, seppure in modo condizionato, sono, però, in contrasto e contraddittorie rispetto alle forti e aggressive posizioni di rottura assunte dal coordinatore dipietrista Pesavento, partito nel quale Silvano Sgreva milita e partecipa attivamente nel coordinamento provinciale.

Ricordando che l’Italia dei Valori regge in diversi comuni del Veneto maggioranze di centro sinistra che hanno al loro interno anche l’UDC, non è logicamente comprensibile come l’uscita dall’orbita della maggioranza del Comune di Vicenza sostenuta da Pesavento sia, nei fatti, poi smentita da quelle del consigliere Sgreva. Forse un po’ di chiarezza da parte dei “dipietristi” sarebbe utile per tutti, soprattutto per i cittadini.

Da parte nostra, comunque, c’è la disponibilità di tenere aperto un tavolo di confronto con gli organismi rappresentativi dell’IDV cittadino che sia, in ogni caso, pragmatico e operativo sul programma. Il nostro impegno, infatti, è di aprire un dialogo con questo variegato e frantumato mondo politico delle sinistre, senza pregiudizi ideologici o di scelte testimoniali protestarie, che traggono spesso supporto dagli umori dell’antipolitica.

Il nostro obiettivo è di contribuire a unire e non dividere le forze della sinistra per un progetto civico condiviso e fattibile, su cui costruire alleanze amministrative e civiche. In caso contrario, riconsegneremo di nuovo la città ad altri gruppi di interesse particolare e senza capacità di progettare un futuro innovativo e di cambiamento.

Gruppo Consiliare “Lista Civica Variati Sindaco”

martedì 22 giugno 2010

Chiamatemi compagno.

Compagno. Cum panis. Colui con il quale si spezza il pane. O, come diceva Sartre, "colui con il quale si ha un progetto da realizzare assieme".

Nei Giovani Democratici, c'è chi considera la parola compagno un simbolo di "veteroleninismo". Una parola nostalgica, vecchia. Meglio chiamarsi democratici. Sono in pochi, a dir la verità, ma grazie a questa sparata sono finiti su tutti i giornali.

Io invito questi democratici (se non vogliono essere chiamati compagni, non ho problemi a non farlo, sono loro che vorrebbero impormi di chiamarmi in un altro modo) a pensare a cose più serie ed urgenti. In tempo di crisi, in tempo di governo Berlusconi, in tempo di difficoltà del centro sinistra italiano ed europeo, il nostro partito deve essere pronto a dare risposte politiche ai bisogni dei cittadini, a presentarsi come un'alternativa seria e credibile al centrodestra.
Pensiamo alla politica, non a fluidificare un'identità già poco solida. La parola compagno indica un insieme di valori. L'uguaglianza, la condivisione delle lotte, la pace, il sostegno verso i più deboli, la solidarietà. Valori che devono guidarci, in questo momento, per costruire un futuro di giustizia sociale ed equità. La parola compagno non offende nessuno che condivida questi ideali.

Dopo questa polemica inutile creata da qualche giovane che mi ha messo davvero tristezza, vi chiedo un favore.
Chiamatemi compagno.


P.s. Qui sotto la lettera di Mario Rigoni Stern, del Compagno Rigoni Stern, al congresso dell'Anpi di Mira del 2007. Merita una lettura.

"Cari Compagni, sì, Compagni, perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino “cum panis” che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze.

È molto più bello Compagni che “Camerata” come si nominano coloro che frequentano lo stesso luogo per dormire, e anche di “Commilitone” che sono i compagnid’arme.

Ecco, noi della Resistenza siamo Compagni perché abbiamo sì diviso il pane quando si aveva fame ma anche, insieme, vissuto il pane della libertà che è il più difficile da conquistare e mantenere.

Oggi che, come diceva Primo Levi, abbiamo una casa calda e il ventre sazio, ci sembra di aver risolto il problema dell’esistere e ci sediamo a sonnecchiare davanti alla televisione.

All’erta Compagni! Non è il tempo di riprendere in mano un’arma ma di non disarmare il cervello sì, e l’arma della ragione è più difficile da usare che non la violenza.

Meditiamo su quello che è stato e non lasciamoci lusingare da una civiltà che propone per tutti autoveicoli sempre più belli e ragazze sempre più svestite.

Altri sono i problemi della nostra società: la pace, certo, ma anche un lavoro per tutti, la libertà di accedere allo studio, una vecchiaia serena; non solo egoisticamente per noi, ma anche per tutti i cittadini. Così nei diritti fondamentali della nostra Costituzione nata dalla Resistenza.

Vi giunga il mio saluto, Compagni dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e Resistenza sempre.

Vostro

Mario Rigoni Stern»

lunedì 21 giugno 2010

Dopo un anno...

Cari amici, non entro in questo blog da più di un anno. Nel frattempo sono successe molte cose. Una fra tutte: il lavoro per il progetto del centro giovanile che è stato al centro della nostra ( e della mia) campagna elettorale è cominciato, e in consiglio comunale è stato approvato un ordine del giorno che ho firmato assieme ai consiglieri Pippo Zanetti e Cristina Balbi, che impegna la giunta a cominciare i lavori di ristrutturazione dello stabile che diventerà centro giovanile entro la fine dell'anno. C'è ancora molto lavoro da fare, ma ora abbiamo una solida base su cui poggiare, per costruire quello che diventerà un pilastro fondamentale di questi primi 5 anni di amministrazione.

Permettetemi poi qualche riga sulla mozione approvata a favore del testamento biologico nell'ultimo consiglio comunale. Non è stato, come dice qualcuno, un voto inutile. Il consiglio comunale si è espresso nettamente sul tema, e sono certo che il sindaco prenderà in considerazione la nostra posizione. Tra qualche mese arriverà in consiglio comunale la proposta di istituzione di un registro delle coppie di fatto. A differenza del registro per il testamento biologico, sulle unioni civili il parere tecnico è stato positivo, nonostante gli aspetti burocratici siano molto simili. Stupito, mi chiedo il perché di questa strana cosa.

P.s. Complimenti e in bocca al lupo a Pippo Zanetti, nuovo, giovane, capogruppo di Vicenza Capoluogo!