giovedì 5 giugno 2008

Il Secondo Miracolo... a Settembre

Finalmente, la giunta Variati cambierà la delibera sul Dal Molin. Ci riuniremo infatti presumibilmente il 26 giugno in un consiglio comunale incentrato sul tema.
Dopo anni di menzogne, di decisioni prese sulla testa dei cittadini, saranno i vicentini a scegliere del proprio futuro. L'appuntamento sarà al referendum di fine Settembre, l'obiettivo è portare al voto 35 mila cittadini. Dicono sia impossibile, ma lo dicevano anche ad Achille prima delle elezioni.
Noi ci crediamo. Possiamo dimostrare ancora una volta che è un grave errore sottovalutare Vicenza e i vicentini. Il luogo dove vogliono costruire la nuova base americana è uno spazio enorme, uno dei polmoni verdi della città e questa sua caratteristica deve essere sfruttata. Abbiamo bisogno di un luogo verde, sicuro, dove i giovani possano divertirsi, gli anziani rilassarsi, dove le famiglie possano trascorrere una giornata in tranquilità.

8 commenti:

Giuseppe Corrado ha detto...

caro john, non ti nascondo che non vedevo l'ora che tu affrontassi l'argomento per avviare un dibattito (il quale spero non si accenda troppo) con te a stretto giro di commenti, il quale vorrei iniziarlo partendo con una domanda preliminare: nel caso che la consultazione desse parere negativo all'ampliamento (scusa il politichese), che conseguenze ci sarebbero per la caserma Ederle?

Anonimo ha detto...

Un referendum del genere, purtroppo, è e rimane solamente consultivo. Ed il Comune non ha, praticamente, poteri sul Dal Molin essendo quella area militare e quindi di proprietà del demanio militare e, in quanto tale, và in deroga ai regolamenti urbanistici vigenti.

Detto questo penso che le "conseguenze" per Camp Ederle siano minime e non di nostra competenza in quanto, se non lo sapessi caro il mio Giuse, è e rimane territorio degli Stati Uniti d'America da una decina d'anni a questa parte. E in caso ci fosse la tanto "temuta" smilitarizzazione dell'area penso che i sindacati attuerebbero delle trattative con il governo statunitense per ricollocare gli impiegati civili italiani.
Per quel che riguarda l'utilizzo dell'area che verrebbe "liberata" dipende all'ente a cui sarebbe restituito ossia il demanio militare, il demanio civile statale o il comune di Vicenza. Nel primo caso si prospetta l'abbandono (come sta già avvenendo per le vecchie strutture militari presenti in città. Vedi La Rocchetta e l'ex caserma in zona stadio). Nel secondo caso bisognerebbe procedere all'asta dei terreni e dei fabbricati. Nell'ultimo caso la scelta andrebbe, cosa da me auspicabile, all'ente locale che si ritroverebbe tra le mani praticamente un quartiere già urbanizzato con relative strutture. A lui decidere come destinarlo... Io personalmente ci farei abitazioni popolari riadattando le strutture esistenti.

Giuseppe Corrado ha detto...

la mia idea è molto semplice: dopo che il comune ha trovato aziende private le quali, oltre a riassumere gli ex dipendenti italiani della ederle forniscono i finanziamenti necessari ai lavori, venga creato un moderno centro direzionale sul modello dell'Eur di Roma o della Defense di Parigi (ovviamente facendo le dovute proporzioni) con sede di banche e aziende, un parco con lago artificiale, attrezzature sportive, case popolari e residenziali; il tutto raggiungibile comodamente attraverso il Metrotram che verrà costruito nel frattempo

Anonimo ha detto...

E cosa ti fà credere che grosse compagnie siano disposte ad investire per creare sul territorio vicentino una zona direzionale?! Senza contare che certe zone già ci sono in città.
A parte che l'Eur era un quartiere fieristico creato per l'esposizione mondiale del 1942 (mai avvenuta a causa della guerra) mentre la Defense è stato progettato come quartiere da zero e non per il riutilizzo o la riqualificazione di una zona già urbanizzata.

Non sognamo perfavore. Vicenza come Parigi o Roma mi pare un pò grosso come paragone.

Anonimo ha detto...

stai facendo solo inutile demagogia, la mia era solo un idea la quale non ho facoltà ne di metterla in atto ne di proporla nelle sede competenti, percui tytti quei discorsi su quello che le aziende sono disposte a fare o a non fare sono francamente inutili! sarà fantascientifica (anche se devi ammettere che se la umanizziamo un pochino, non è affatto male) ma almeno non è ideologica, come certi sms su Il Vicenza i quali proponevano di costruirci una moschea e un campo rom... non dimentichiamo (come gia da me ricordato) che Achille "Quimby" Variati ha detto che questa è la città di tutti e non solo di una parte dei vicentini... cmq nn volevo affatto mettere a confronto vicenza con roma e parigi e la frase "anche se con le dovute proporzioni" lo dimostra...

Giuse - Catalan

Anonimo ha detto...

woah... Piano piano piano. Và che chiunque può farsi promotore di proposte all'amministrazione comunale. Basta una mail o una telefonata ed organizzare una riunione con uno qualsiasi degli assessori o con il sindaco stesso...

In secondo luogo la mia penso non sia demagogia ma realismo. Una zona direzionale esiste in Viale Mazzini (la cosiddetta zona delle banche) e per il resto le aziende vicentine costruiscono le sedi vicino agli stabilimenti (quindi in zona ovest o nuova zona industriale in via Zamenhoff).

La mia idea poi non è così diversa da quella che proponi tu (tranne il parco con il laghetto, non stamo all'EUR, che, caro Giuse, hai a due passi da casa nel parco LeFornaci (almeno a quel che ricordo dei progetti). Una riqualificazione eventuale dell'area in zona abitativa mantenendo i servizi già costruiti dall'amministrazione americana.

Finendo io penserei prima a vedere cosa succede nel prossimo futuro perchè, ora come ora, stiamo cavalcando castelli in aria.

Nicolò - Nyk

Giovanni Diamanti ha detto...

Anzitutto, fare un referendum è segno di democrazia. Il destino della città lo scelgono i vicentini. Non penso che, qualora il parere fosse negativo, cambierebbe qualcosa per Camp Ederle, che è territorio americano, che ospita più di un centinaio di lavoratori ben tutelati dai sindacati. Sono convinto che non ci saranno conseguenze, ma nel caso dovessero esserci sarà compito del comune occuparsi di quei lavoratori, facendo in modo che nessuno rimanga senza lavoro. Il referendum sarà semplicemente consultivo ma il Ministro della Difesa, on. Ignazio La Russa, ha affermato che la città verrà ascoltata con attenzione da parte del governo, come credo sia doveroso. Un'università ha fatto degli studi e numerosi progetti per quanto riguarda il "cosa fare al posto della base", ma io penso anzitutto che vada ricostituito e potenziato il Museo dell'Aviazione, smantellato pochi giorni fa dagli americani, che ogni anno contava su più di tremila visite.

Giuseppe Corrado ha detto...

personale presa di posizione riguardo il referendum: http://merseysidetimes.blogspot.com/2008/06/referendum-dal-molin-ecco-perch-non.html